Dall’Ucraina ad Astano
L’incertezza sta regnando sovrana sulla guerra iniziata dai russi con l’Ucraina. Tra i rifugiati che confidano quasi unicamente nei contributi della Confederazione, c’è Natalya, madre affidataria di 8 ragazzi e di 2 suoi naturali. Ad accoglierli però nel Natale 2022 ci fu l’Associazione Casa Astano e quasi tutto il paese malcantonese che si era rimboccato le maniche per sistemare l’albergo in disuso all’ingresso del nucleo.
Roberta e un gatto rosso con un orecchio spezzato ci attendono all’ingresso. È una bella giornata di sole e stiamo per entrare nell’ex Albergo Astano. «Anche lui viene dall’Ucraina», ci dice Roberta indicando il bel felino ramato. «Si è ustionato dentro a un quadro elettrico che usava come nascondiglio». Varcato l’uscio iniziano ad arrivare i ragazzi. Scambiamo tanti ‘piacere’ abbassandoci un po’ con il busto. Poi arriva Natalya, la mamma affidataria e ci porta nella grande sala dove c’è un lungo tavolo imbandito per una seconda colazione. Pian pianino si siedono tutti, arriva anche la traduttrice.
Era da tempo che volevamo conoscere Natalya e i suoi 9 figli (inizialmente erano 10, oggi Vladimir Sr non vive più con loro) e sapere come stanno andando le cose nella nuova dimora ad Astano.
Igor, Olena, Nelli, Valentyna, Volodymyr, Davyd, Stanislav e Aslan parlano già tutti un discreto italiano. I più piccolini sono sorprendenti, sono in tre, hanno 9 anni e spezzano subito il ghiaccio con noi. Natalya capisce quando parliamo, ma fa più fatica a parlare la nostra lingua. «Sta frequentando il livello A2, ma tra tutti gli impegni, cucinare, seguire i ragazzi, fare la spesa e pulire, imparare bene l’italiano le riesce difficile». ci traduce Elina.
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