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Fondazione Malcantone
La
Da sinistra, Antonio Galli, Daniele Ryser nuovo segretario della Fondazione e Bernardino Croci Maspoli, ex membro del consiglio di Fondazione e collaboratore storico de ilMalcantone
il Malcantone
Claudia Fabrizio|
August 22, 2024
(È grazie alla Fondazione Malcantone se il nostro giornale esiste ancora)

La Fondazione Malcantone si rinnova

Chiacchierata con l’avvocato Antonio Galli, per 19 anni Presidente della Fondazione e una vita intera dedicata alla nostra regione

L’8 marzo del 2005 nasceva quella che è oggi, tra le altre cose, anche l’editrice di questo giornale.

Con il nome ‘Fondazione per il promovimento culturale e turistico del Malcantone’ si creava un’istituzione capace di andare a braccetto con l’Ente turistico malcantonese, il quale venne poi inglobato nel 2012 nel nuovo Ente turistico del Luganese.

Nel 2014 il nome della Fondazione divenne più corto.

Abbiamo incontrato il presidente uscente, l’avvocato Antonio Galli, il quale, dopo anni passati in politica quale membro di Municipio, poi Sindaco di Bioggio e Gran Consigliere, decise di dedicare tempo ed energie a tutte quelle istituzioni capaci di tutelare le bellezze della nostra regione.

Gli abbiamo dato del ‘tu’ perché per molti anni Antonio Galli è stato accanto al giornale, incontrando mensilmente la nostra minuscola redazione e instaurando anche con chi scrive una splendida collaborazione.

Già presidente dell’Ente Turistico del Malcantone per tanti anni, ha ricoperto lo stesso ruolo nella Fondazione Malcantone per un ventennio. Antonio, cosa ti ha spinto a impegnarti in queste istituzioni? 

“Dopo tanto tempo dedicato alla politica ho capito che sarebbe stato importante far parte degli enti regionali per tentare di salvaguardare i patrimoni locali e promuoverli oltre i nostri confini. La Fondazione nacque proprio con questo intento poiché con la scomparsa della Regione Malcantone, temevamo che tale tutela potesse un giorno venire a mancare. Quando poi nel 2012 si ratificò la fusione dell’Ente turistico del Malcantone con quello del Luganese, divenne ancora più chiaro il nostro obiettivo. Essendo una fondazione apolitica e senza scopo di lucro ci siamo fatti portavoce dei beni comuni, dai musei ad altri luoghi di interesse. Insomma, non solo turismo”.

Puoi raccontarci alcuni impegni assunti dalla Fondazione? 

“Nel 2012, appena vi fu la fusione con l’Ente Turistico del Luganese stabilimmo un accordo capace di assicurare alla nostra regione dei fondi per sostenere il Monte Lema, il Maglio del Malcantone, i Musei, i sentieri e poi anche la Miniera di Sessa, riaperta nel 2018. Grazie all’aiuto dei membri della Fondazione siamo pure riusciti a trovare sussidi che non avrebbero potuto essere assegnati a singoli Comuni, ma solo a enti regionali”.

Un esempio è Villa Alta a Novaggio che è diventata un ‘simbolo’ per la Fondazione Malcantone anche se la sua sede giuridica è Caslano. “La Villa, la cui storia, assieme a quella dell’ospedale, è affascinante e il nostro giornale ne ha spesso parlato, apparteneva alla Clinica di riabilitazione. Avvenuto il passaggio di proprietà dalla Confederazione all’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC), quest’ultimo ci ha concesso il diritto di superficie per aprirla al pubblico. Lì si trovano gli uffici della direzione scolastica del Medio Malcantone, negli spazi si sono poi alternate diverse attività, oggi la villa accoglie un asilo nido e ospita anche una scuola di musica”.

Il Consiglio di Fondazione si compone da un minimo di 7 membri fino ad un massimo di 11 membri rappresentanti dei Comuni malcantonesi, del Museo e delle diverse componenti culturali della regione. Ma con chi è iniziata questa ‘avventura’? 

“Nel gruppo iniziale, oltre me c’erano persone che tutt’oggi sono cari amici. Parlo di Bernardino Croci Maspoli, Daniele Ryser e Alfonso Passera che per anni è stato l’anima della Fondazione. Senza dimenticare Silvano Grandi, scomparso nel 2022. Con loro, ma non solo, avevo iniziato a lavorare già prima. Sono persone con le quali per più di quarant’anni ho condiviso gli stessi obiettivi e provato lo stesso attaccamento alle nostre radici. È stato bello lavorare con loro”.

Stefano Soldati è il nuovo presidente della Fondazione, cosa senti di dirgli? 

“Gli auguro di poter lavorare in armonia e portare avanti l’idea di unità tra i Comuni. Una sfida questa che non sento di aver portato a termine fino in fondo.

Infatti, come Fondazione abbiamo sempre cercato di mantenere un ‘profilo basso’ per non accavallarci al potere decisionale dei singoli Comuni. Ho cercato però costantemente la collaborazione con tutti i Municipi. Eppure, non sono riuscito a far comprendere loro fino in fondo i vantaggi di appoggiarsi maggiormente a un ente superpartes. Spero che il nuovo presidente possa fare meglio di me”.

Ed essere editore come è stato? 

“Nel 2018 la proprietà di questo giornale è passata dalla Pro Malcantone a noi. Devo dire che è stato molto interessante poiché mi ha fatto conoscere lati della nostra società, cultura, cronaca, ai quali magari non si fa attenzione. E, con piacere, continuerò a collaborare con la redazione”.

Siamo arrivati ai saluti e non possiamo non chiederti cosa ti mancherà della Fondazione. 

“I contatti umani di certo li manterrò, ma sicuramente mi dispiacerà non sentirmi più partecipe delle iniziative regionali”.

c.f. 

 

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