Grazie e arrivederci
Un ultimo numero, poi la mia penna si poserà. Con estrema tristezza non mi occuperò più di questo giornale che, negli anni, è stato non solo un insieme di pagine, ma un piccolo grande mondo. Ricordo ancora le prime collaborazioni di oltre sette anni fa. Tra gli altri, iniziai con un articolo su Bombinasco, sul passaggio di Al Suu a Fra Martino Dotta e, ora, concludo parlando dei suoi lavori di ristrutturazione da parte della Croce Rossa.
Ho seguito storie e progetti con attenzione, rimanendo stupita in positivo e negativo. La gioia per i progetti realizzati, specie quelli sociali, la delusione per i grandi progetti cantonali fulcro di proteste, chiacchiere, trascuratezza. Lavorare per una fondazione per un giornalista rappresenta libertà. Chi mi conosce sa che non sono nata nel Malcantone, ma questa regione mi ha adottata e ho provato a ricambiarla scoprendola, raccontandola al meglio delle mie possibilità, senza imposizioni di destra o di sinistra. Che sia innamorata del mio lavoro e di questo fazzoletto di terra è un dato di fatto. I gioielli naturalistici, le particolari attività, le belle e a volte un po’ folli persone incontrate hanno reso il mio lavoro unico e inimitabile. Riuscire a confezionare ilMalcantone con poche risorse e in maniera ‘artigianale’ mi ha spinto a crescere e imparare cose che negli altri giornali sono divise tra più persone. È proprio vero si impara facendo. Quando arrivai, il giornale si portava in tipografia stampato da casa e con sopra appiccicati gli articoli che si volevano pubblicare. Fu come un tuffo al liceo, come quando per il giornalino scolastico giravamo intorno a un tavolo per attaccare le pagine. Poi pian piano ho creduto nella tecnologia, tanto che la Fondazione si è anche buttata nell’avventura digitale con la creazione di e-paper e nuovo sito. Che dire, anche qui si è imparato strada facendo e ce ne sarebbe ancora tanto da imparare. Tutto è stato un po’ faticoso, però anche bellissimo.
Ho deciso di passare il testimone, ma non smetterò di raccontare questa regione magari sotto altre forme, vedremo.
Quindi, così, vi dico grazie. Grazie a tutte le splendide persone con cui ho lavorato e che mi hanno trasmesso genuinità, impegno, dedizione a numerose cause. Grazie a tutti voi che mi avete concesso un’intervista, una chiacchiera, una telefonata e con cui, a volte, anche senza mai vederci, siamo diventati amici. Grazie anche ai politici nostrani, agli impiegati comunali che nel corso degli anni hanno capito l’importanza de ilMalcantone che non ha mai preteso di fare scoop, piuttosto di provare a informare. Spero davvero che questi anni durante i quali ho confezionato il giornale dal mio studio a Cademario, abbiano lasciato poca zizzania e un po’ più di bellezza negli animi. La vostra bellezza.
Claudia Fabrizio